blico, e che tuttavia danno l’opportunità di cogliere le diverse sfaccet-
tature del fenomeno della bizzarria onirica. Nella parte seconda, com-
pare una preziosa review di tutti i principali contributi derivanti dalla
ricerca e la teoria sul sognare, dalle prime analisi della bizzarria come
quelle di Dorus e i suoi collaboratori, fino ai recenti contributi del
gruppo di Hobson e quelli dei ricercatori bolognesi del Dipartimen-
to di Psicologia, sul sonno-sogno (Bosinelli, Cicogna, Occhionero, Na-
tale, Esposito).
La parte terza del libro è quella più originale ed efficace: spicca
l’esame fenomenologico della bizzarria onirica a partire da quei sogni
che hanno suscitato nei loro autori teorie famose, come il sogno di Ir-
ma, di Freud, e altri sogni dalle cui analisi sono partite le teorie di Jung,
Hobson, nonché i sogni celebri di noti personaggi come, ad esempio,
Cicerone, Lincoln, Fellini. L’autore tocca praticamente tutte le questio-
ni inerenti la bizzarria onirica: il problema di una definizione condivi-
sibile, la sua misurazione con scale di contenuto, le ipotesi sui mecca-
nismi neurobiologici che sottendono la bizzarria, fino ad arrivare a
formulare un suo modello teorico della bizzarria onirica.
Marco Paoli, contrariamente a quanto diversi approcci neurobiolo-
gici vorrebbero, sostiene che la bizzarria non è una caratteristica do-
vuta meramente a meccanismi neuronali, né tantomeno sarebbe il
frutto di peculiari deficit cognitivi dello stato di sonno-sogno. Nel so-
gno, secondo Paoli, agiscono due sistemi di pensieri, quello proprio del
sognatore e quello detto della “mente sognante” che altro non è che
una scissione del Sé. C’è un duplice scorrimento dei fatti narrati. La
parte soggettiva e volitiva del sognatore si confronta continuamente
con una parte narrante. La bizzarria si genera nel sogno ogni qualvol-
ta vi è una frustrazione del sognatore derivante dall’impossibilità di
modificare l’andamento sfavorevole che la trama del sogno sta pren-
dendo. Quando il sognatore non riesce a far valere la propria volontà
il senso di frustrazione genera come risposta automatica una sorta di
momentanea sospensione della coerenza logica-narrattiva del pensiero
onirico ed è qui che si insinua la bizzarria onirica. Questa caratteristi-
ca del sogno è quindi una reazione appagante contro una realtà ogget-
tiva (onirica) frustrante. Tale meccanismo, argomenta efficacemente
Paoli, richiama l’idea freudiana dell’attività del fantasticare e del sogno
ad occhi aperti (prototipo del sogno notturno) come risultato della
frustrazione di un desiderio diurno (anche qui, quindi, un impulso vo-
litivo frustrato). Paoli, inoltre, avanza l’ipotesi che la bizzarria onirica,